Cosa stai per leggere:
Un po’ di contesto: chi erano davvero i Ninja e i Samurai?
Dove trovarne traccia oggi?
Ninja e samurai nei film (e perché influenzano la nostra immaginazione)
Leggende, simboli e spiritualità
Consigli utili per un viaggio fotografico in Giappone a tema ninja e samurai
Conclusione: un viaggio, mille storie
Viaggio fotografico in Giappone
Hai mai sognato di camminare nei corridoi di un castello feudale, con il rumore del legno sotto i piedi e la sensazione che da un momento all’altro un samurai possa comparire all’orizzonte? O di perderti tra sentieri nascosti dove, si dice, un tempo si muovevano silenziosi i ninja, invisibili e letali?
Un viaggio fotografico in Giappone non è solo l’occasione per immortalare templi, ciliegi in fiore e città iper-moderne. Può diventare un vero tuffo nel passato, alla scoperta delle figure leggendarie che hanno plasmato l’identità di questo paese: i samurai e i ninja.
In questo articolo ti portiamo nei luoghi dove ancora oggi si respira la loro presenza — tra castelli, villaggi nascosti e foreste intrise di storie — e ti diamo consigli pratici per trasformare tutto questo in uno straordinario racconto per immagini.
Per capire davvero cosa significhi fare un viaggio fotografico in Giappone a tema ninja e samurai, è utile chiarire chi fossero queste due figure così affascinanti, spesso confuse, a volte mitizzate.
I samurai non erano semplici soldati. Erano membri dell’élite militare giapponese, attivi fin dal periodo Heian (794-1185), ma divenuti protagonisti assoluti tra il XII e il XIX secolo. Al servizio dei daimyō (i signori feudali), i samurai erano legati da un codice d’onore rigidissimo: il Bushidō, che valorizzava coraggio, lealtà, onestà e autocontrollo. Non era raro che un samurai preferisse morire piuttosto che disonorarsi. Da qui nasce anche il celebre rituale del seppuku, il suicidio rituale, visto come un atto di espiazione e dignità.
Vestivano con armature complesse, spesso decorate con simboli di famiglia e maschere da battaglia spaventose. E ovviamente, portavano la katana: la spada curva, affilatissima, diventata simbolo stesso del Giappone. Ma attenzione: non tutti i samurai erano eroi romantici. Alcuni furono spietati esecutori al servizio del potere. Proprio questa ambiguità li rende ancora più affascinanti da studiare… e da fotografare, tra statue, dipinti e rievocazioni.
I ninja (o shinobi) sono forse ancora più misteriosi. Non appartenevano a una classe sociale riconosciuta come i samurai, e spesso agivano ai margini della società. Le loro origini risalgono probabilmente al periodo Sengoku (XV-XVI secolo), epoca di guerre civili e intrighi politici, dove c’era bisogno di infiltratori, spie, sabotatori e assassini addestrati per missioni impossibili.
A differenza dei samurai, i ninja non seguivano codici d’onore. Il loro obiettivo era uno solo: portare a termine l’incarico, con astuzia e discrezione. Si allenavano in tecniche di mimetizzazione, parkour ante litteram, uso di armi leggere (come shuriken, cerbottane, pugnali) e travestimenti. Molto di quello che sappiamo, però, arriva da racconti tramandati o esagerati nei secoli. Questo ha reso i ninja protagonisti perfetti di manga, anime, film e videogiochi — da Naruto a Shinobi.
Oggi, visitare le città di Iga e Koka, considerate la culla della tradizione ninja, permette di distinguere la leggenda dalla realtà, tra dimostrazioni pratiche, documenti originali e persino case con passaggi segreti.
Durante un viaggio fotografico in Giappone, ci sono diversi luoghi perfetti per scoprire (e immortalare) l’eredità di queste figure:
Kyoto – Antica capitale, ricchissima di templi, castelli e quartieri storici come Gion. Il Castello di Nijo ti fa immergere nella vita dei samurai, con i suoi pavimenti “cinguettanti” progettati per smascherare intrusi (sì, pensavano anche ai ninja!).
Iga e Koka – Le due città considerate patria dei ninja. Qui puoi visitare l’Iga Ninja Museum, con dimostrazioni dal vivo, armi, travestimenti e passaggi segreti. Ottimo per scatti dinamici e autentici.
Castello di Himeji – Uno dei castelli meglio conservati del Giappone. Un must per chi cerca l’atmosfera da feudo samurai. Le torri, i fossati e i dettagli architettonici offrono un’ambientazione perfetta per scatti suggestivi.
Nikko e il Santuario di Toshogu – Ricco di simboli e spiritualità, dedicato al potente shogun Tokugawa Ieyasu. Qui il legame tra religione e classe guerriera si percepisce forte.
Se pensi ai samurai, probabilmente nella tua mente compare subito una katana sguainata al rallentatore, petali di ciliegio che cadono in silenzio e uno sguardo fiero rivolto all’orizzonte. Se invece pensi ai ninja, magari immagini una figura scura che si muove tra i tetti sotto la luna, pronta a sparire in una nuvola di fumo. Questa immaginazione collettiva non nasce per caso: il cinema (e la cultura pop in generale) ha avuto un ruolo fondamentale nel modellare il nostro sguardo su queste figure.
Il grande salto internazionale lo hanno fatto grazie a Akira Kurosawa, uno dei registi più influenti di sempre. Film come “I sette samurai” (1954), “Yojimbo” (1961) e “Ran” (1985) non solo hanno definito lo stile del genere jidaigeki (film storici), ma hanno anche ispirato registi occidentali come George Lucas, Quentin Tarantino e Sergio Leone. La figura del samurai, nei suoi film, è spesso tragica: un uomo stretto tra lealtà e destino, tra spada e coscienza. Visivamente, sono pellicole straordinarie per chi ama la composizione delle immagini — un vero riferimento anche per fotografi in cerca di atmosfera.
Poi c’è stato “L’ultimo samurai” (2003), che pur con molte libertà storiche, ha riportato in auge l’interesse per il declino della classe samuraica nel periodo Meiji, quando l’occidentalizzazione stava cambiando tutto.
Altri titoli consigliati per farsi un’idea:
I ninja, invece, hanno avuto una rappresentazione molto più flessibile e fantasiosa. Nei film giapponesi classici erano spesso antagonisti dei samurai. Ma negli anni ’80 e ’90, l’Occidente li ha trasformati in vere icone pop: agili, silenziosi, armati di stelle da lancio e poteri quasi sovrannaturali.
Film come “American Ninja”, “Ninja Assassin” e persino la saga delle Tartarughe Ninja hanno contribuito a questa immagine iper-stilizzata. Ma anche il Giappone ha fatto la sua parte: basti pensare a Naruto, un manga/anime diventato fenomeno mondiale, che reinterpreta il mito ninja mescolando folklore, emozioni adolescenziali e poteri speciali.
Anche nei videogiochi i ninja sono protagonisti ricorrenti: da Tenchu a Ghost of Tsushima (che, pur raccontando un samurai, adotta molte meccaniche stealth da ninja), sono sempre più richiesti proprio per l’equilibrio tra azione, mistero e filosofia orientale.
Alla fine, ninja e samurai rappresentano due lati opposti e complementari della stessa cultura: uno legato all’onore e alla visibilità pubblica, l’altro al segreto e alla strategia invisibile. È facile identificarsi in queste figure quando si viaggia in Giappone: ci si sente un po’ samurai mentre si passeggia tra i giardini zen, o un po’ ninja mentre si esplorano vicoli silenziosi al tramonto con la fotocamera in mano.
Sono archetipi, e proprio per questo continuano a funzionare. E se ami la fotografia, sono anche una scusa perfetta per costruire un progetto visivo a tema — magari ispirato proprio all’estetica dei film.
Durante il tuo viaggio fotografico in Giappone, incontrerai spesso simboli legati a questi guerrieri. Dalle volpi messaggere nei templi (spesso associate a misteri e protezione), ai tengu, spiriti montani spesso rappresentati come maestri di arti marziali, fino ai mantra e pergamene usati dai ninja per confondere il nemico o per protezione.
Molti templi e santuari (anche quelli meno turistici) conservano ancora oggi angoli nascosti, statue e calligrafie che raccontano queste storie. Occhio fotografico pronto: alcuni dettagli vengono notati solo guardando con attenzione.
Ecco qualche dritta pratica se vuoi rendere il tuo viaggio davvero produttivo:
Obiettivi versatili – Porta un’ottica grandangolare per architettura e ambienti, ma anche un teleobiettivo per cogliere dettagli a distanza (es. dimostrazioni o scorci tra i boschi).
Tempi giusti – L’autunno (ottobre-novembre) regala foglie rosse perfette per l’atmosfera samurai. La primavera (aprile) con i ciliegi in fiore aggiunge un tocco magico, ma più affollato.
Eventi storici e rievocazioni – In luoghi come Kakunodate o Aizu, si organizzano festival con sfilate in armatura. Ottimo per foto d’impatto.
Luce e composizione – Le architetture giapponesi giocano molto sul contrasto luce-ombra. Tienilo a mente per valorizzare gli scatti. Anche le porte scorrevoli e i giardini zen sono ottimi per esercitare l’occhio fotografico.
Rispetto prima di tutto – Molti luoghi sono sacri. Chiedi sempre se si può fotografare, specialmente all’interno di templi o durante cerimonie.
Un viaggio fotografico in Giappone sulle tracce di ninja e samurai non è solo un tuffo nella storia, ma anche un’occasione per raccontare un lato del Giappone meno “cartolina” e più autentico. Dalla disciplina dei samurai alla strategia silenziosa dei ninja, questo tema può guidarti in un itinerario ricco di scoperte, tra castelli, villaggi nascosti, foreste di bambù e musei interattivi.
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